24 aprile 2020 - 20:45

Adesso si rende necessario ripensare la tutela del (nostro) patrimonio

Serve una riorganizzazione che corregga le distorsioni accumulate negli anni. Poche realtà hanno avuto una situazione di favore, senza saperla peraltro far fruttare

di ITALIA NOSTRA e ALTRE ASSOCIAZIONI

Adesso si rende necessario ripensare la tutela del (nostro) patrimonio Il soffitto della Sala di Saturno di Palazzo Pitti a Firenze
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La gravità della situazione cui la pandemia ha ridotto il sistema che ruota attorno al patrimonio culturale diventa ogni giorno più evidente: gli effetti del tracollo rischiano di travolgere moltissime realtà a partire da quelle più fragili e restituirci quindi un contesto immiserito, perché più povero di saperi e competenze.

La ripresa e la rapidità con cui questa potrà avvenire dipendono in buona parte dalle risorse che lo Stato potrà mettere in campo. Ma non solo: a fronte di aiuti che potranno essere elargiti occorre che la mano pubblica, e, nello specifico il Ministero, assuma il ruolo di guida politica e culturale a tutti gli effetti, e rioccupi gli ambiti di competenze che gradualmente sono state esternalizzate, sottraendole alle professionalità specialistiche che costituiscono la specificità di questo dicastero.

Si tratta insomma di cogliere l’occasione per una riorganizzazione del sistema che miri a correggere le distorsioni accumulate negli ultimi decenni. Occorre correggere l’asimmetria consolidatasi nel tempo tra poche realtà che hanno goduto di una situazione di indubbio favore in termini economici, in pratica un oligopolio che, per di più, non ha saputo approfittare di questo vantaggio in termini di innovazione manageriale o culturale, e il numero elevato di lavoratori professionisti spesso iperspecializzati che, riuniti in piccole forme associative o come singoli costituiscono ora un esercito di precari affidati ad un mercato caratterizzato da grande incertezza, scarsa programmazione e scarse tutele, ridotto in una crisi senza prospettive dalla situazione che si è determinata.

Le associazioni che promuovono questa lettera-appello chiedono quindi che le risorse straordinarie che saranno auspicabilmente messe a disposizione in questo ambito siano utilizzate sulla base di un preciso progetto che tenga conto in egual misura della tutela del patrimonio e dei lavoratori. Non è più tempo di finanziamenti a pioggia e le risorse che vi saranno — inevitabilmente inferiori rispetto alle enormi necessità che si profilano — dovranno essere utilizzate secondo strategie e gerarchie esplicite, che stabiliscano priorità e modalità e assieme garantiscano un equo riconoscimento a chi lavora nel settore, spesso con ruoli di grande responsabilità, spostando finalmente l’attenzione — sinora concentrata ossessivamente su «grandi progetti» e «grandi attrattori» — su territorio e patrimonio diffuso.

A tal fine le associazioni firmatarie si dichiarano pronte fin da adesso a fornire il proprio supporto in termini di esperienze e competenze affinché questa opportunità — imperdibile — sia colta a vantaggio sia del nostro patrimonio culturale che della qualità di vita di chi ci lavora e, quindi, dell’intera collettività.

I firmatari: Italia Nostra, Emergenza Cultura, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, Comitato della Bellezza, Consulta Universitaria Nazionale per la Storia dell’Arte, Consulta Universitaria di Topografia Antica

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